Activities

Le attività di monitoraggio realizzate
January 2020

Le attività di monitoraggio nelle aree Natura 2000 Italo Maltesi previste nel Work Package 3 sono state avviate da tutti i partner al fine di valutare le alterazioni dell’integrità dei fondali e la presenza di specie non indigene. Gli habitat protetti oggetto delle campagne di monitoraggio sono le praterie di Posidonia oceanica (Habitat 1120), le scogliere biogeniche var. a Dendropoma petraeum (Habitat 1170) e i banchi o fondali di sabbia var. a maërl (Habitat 1110 nelle acque italiane e RAC/SPA Habitat Code III.3.2.2 nelle acque maltesi).

  • Monitoraggio dei banchi o fondali di sabbia var. a maërl (Habitat 1110 nelle acque italiane e RAC/SPA Habitat Code III.3.2.2 nelle acque maltesi)
  • Monitoraggio della prateria a Posidonia oceanica (L.) Delile (Habitat 1120)
  • Monitoraggio delle scogliere biogeniche var. a Dendropoma petraeum (Habitat 1170)
  • Monitoraggio delle specie non indigene e dell’integrità dei fondali tramite Local Ecological Knowledge
  • Monitoraggio dei banchi o fondali di sabbia var. a maërl (Habitat 1110 nelle acque italiane e RAC/SPA Habitat Code III.3.2.2 nelle acque maltesi

    I banchi o fondali di sabbia var. a maërl sono habitat caratterizzati dall’accumulo di talli appartenenti principalmente ad alghe rosse calcaree (Rodoficee) sul substrato sabbioso. Sono caratterizzati da un’elevata diversità specifica e rappresentano un substrato perfetto per l’insediamento di molte specie di invertebrati e di organismi sessili, inoltre forniscono rifugio anche a specie di elevato interesse economico. Sono habitat da considerare non rinnovabili visto il lentissimo tasso di crescita delle alghe calcaree e inoltre sono particolarmente sensibili a pressioni e impatti di diversa natura quali traffico marittimo, attività di pesca, alterazione della qualità delle acque e presenza di specie non indigene invasive. Il monitoraggio dei banchi o fondali di sabbia var. a maërl si è svolto nelle acque dell’AMP Isole Pelagie (EUAP0553) e del SIC Fondali dell’Isola di Capo Passero (ITA090028) per l’Italia e nel SIC fil-Bahar fil-Grigal tà (MT101) per Malta.

    La presenza, l’estensione e la vitalità dell’habitat sono stati monitorati tramite multibeam e con l’analisi del backscatter al fine di rilevarne le caratteristiche morfobatimetriche e tramite analisi dei video/immagini acquisite tramite ROV(Remote Operated Vehicle) per stabilire la vitalità del letto. Inoltre sono stati effettuati dei campionamenti con benna per studiare la comunità macrozoobentonica presente. Presso l’Area Marina Protetta Isole Pelagie è stato identificato un ampio fondale a rodoliti nella zona sud-orientale dell’isola di Lampedusa in un’area monitorata con multibeam di circa 2580 ettari. Nell’area dei Fondali dell’Isola di Capo Passero investigata (1170 ettari investigati con multibeam) non è stato identificato alcun letto a maerl/rodoliti. Tuttavia in alcuni campioni di sedimento sono stati trovati frammenti di alghe calcaree sebbene non vitali. Si è scelto comunque di monitorare un’area prossima al SIC al fine di caratterizzarla. Le analisi dei video e delle immagini così come le analisi dei campioni di macrozoobenthos e delle macrofite sono in corso.

    l'Università di Malta utilizzando un ROV (Remote Operated Vehicle) all'interno dell’ Area Marina Protetta (AMP) locale, al largo della costa nord-orientale di Malta.ha aggiornato le mappe esistenti sulla distribuzione del coralligeno, in particolare dei letti a maerl, valutandone densità e stato generale. Nei prossimi mesi, l'Università di Malta condurrà i campionamenti per la valutazione della comunità macrobentonica al fine di identificare le principali specie strutturanti, e anche per valutare l'impatto delle specie non indigene (NIS) sulle comunità esistenti.

    Lo studio dell’habitat banchi o fondali di sabbia var. a maërl (habitat H1110) ha incluso un’attività monitoraggio delle comunità ittiche e bentoniche (mega benthos) a Portopalo di Capo Passero (SIC, ITA090028) e condotte a bordo di pescherecci professionali in primavera 2019. L’attività si è resa possibile grazie alla precedente attività di dialogo con gli stakeholder del luogo, ovvero un approccio bottom-up facilitato dall’utilizzo di tecniche partecipative che hanno visto i ricercatori interagire con i pescatori in uno scambio di bisogni e necessità (https://www.pesceinrete.com/2019/04/15/local-ecological-knowledge-ovvero-i-ricercatori-a-lezione-dai-pescatori/).

    Il campionamento delle comunità è stato condotto lungo gradiente di pressione di pesca, considerato come proxy di frammentazione di habitat, al fine di valutare la biodiversità risultante lungo i differenti livelli di pressione di pesca.

    La frazione di by-catch, organismi bentonici catturati accidentalmente, e gli effetti della pesca a strascico sul loro funzionamento (tratti funzionali) nonché la capacità di sopravvivere a tale pressione (resilienza) sono state misurate in situ e replicate in mesocosmo. In mesocosmo sono stati valutati anche gli effetti di stress multipli (multiple stressor) simulando driver di natura climatica (climate change) come incremento di temperatura ed anossia.

    La fase di analisi dei dati è in corso presso il Laboratorio di Ecologia (UNIPA PP1), rappresentando un importante informazione da integrare a quanto realizzato dai colleghi ricercatori ISPRA (PP2) per applicare un approccio di tipo ecosistemico (Ecosystem Based Approach) innovativo per le aree di studio e promosso da HARMONY.

    Monitoraggio prateria a Posidonia oceanica (L.) Delile (Habitat 1120)

    Le praterie di Posidonia oceanica (L.) Delile (Habitat 1120), fanerogama marina endemica del Mediterraneo, si estendono lungo gran parte delle coste del Mediterraneo, dalla superficie fino a circa 30-35 metri di profondità, spingendosi oltre i 40 metri in acque particolarmente limpide. La P. oceanica costituisce un supporto fisico e trofico per una gran varietà di specie animali e vegetali e rappresenta uno degli ecosistemi più produttivi della fascia costiera. Le caratteristiche biologiche e la dinamica della prateria (lento ritmo di accrescimento e di recupero da disturbi esterni) fanno si che questa rappresenti uno degli ecosistemi litorali più minacciati e soggetti a fenomeni di degrado. La regressione delle praterie, a seguito di eventi naturali o antropici, può causare una diminuzione della biodiversità, un’alterazione dell’equilibrio costiero in termini sedimentari e un aumento dei fenomeni di erosione dei litorali con una conseguente destabilizzazione della fascia costiera.

    Il monitoraggio delle praterie di P. oceanica (Habitat 1120) si è svolto presso i SIC Fondali di Capo San Marco – Sciacca (ITA040012) e Fondali dell’Isola di Capo Passero (ITA090028) e i SIC Maltesi: Il-Bahar fil-Grigal ta’(MT0000105) e fil-Bahar Bejn Rdum Majjiesa u Ras ir-Raheb (MT0000101).

    Il monitoraggio nei SIC italiani è stato effettuato a settembre 2019 in due stazioni all’interno del SIC esistente e in quattro stazioni poste all’esterno del SIC (due per ogni lato). Ad una profondità di circa 15 m sono stati effettuati prelievi e conteggi su P. oceanica, prelievi della fauna associata alle foglie tramite retino e ai rizomi tramite sorbona, transetti per il visual census delle specie ittiche e per la Pinna nobilis e sono stati effettuati campionamenti di acqua e sedimenti per valutare lo stato ambientale dell’habitat. Per lo studio delle reti trofiche sono state prelevate macrofite, macrozoobenthos (tramite benna) e sono state effettuate pescate di vertebrati marini tramite l’uso di reti di tipo tramaglio. È stata infine misurata la profondità e valutata la tipologia del limite inferiore delle praterie.

    Dai rilievi in situ sono state osservate nell’area di Sciacca (IT040012) praterie su roccia. matte e sabbia a copertura prevalentemente continua, con percentuali di ricoprimento che andavano dall’88% al 100%, tranne in una stazione all’interno del SIC e una appena all’esterno (sul lato destro) dove le praterie erano discontinue (ricoprimento del 20% e del 50% rispettivamente). Le praterie apparivano tutte pure con assenza di alghe alloctone e con valori di densità compresi tra 290 e 330 fasci m-2. Il limite inferiore era posto ad una profondità di circa 20 m. Nell’area di Portopalo di Capo Passero (IT090028) le praterie mostravano copertura prevalentemente continua su sabbia, roccia e matte con valori di ricoprimento compresi tra il 78% e il 100%, tranne nella stazione più esterna a sinistra del SIC dove la prateria era discontinua con un ricoprimento del 55%. Le densità erano comprese tra 430 e 600 fasci m-2. Nelle due stazioni poste all’interno del SIC ed in una stazione esterna è stata osservata la presenza dell’alga alloctona Caulerpa taxifolia var. distichophylla. Il limite inferiore era posto ad una profondità compresa tra i 25 e i 30 m.

    Durante il survey effettuato per la ricerca di Pinna nobilis non è stato riscontrato alcun individuo, né vivo né morto, in entrambi i siti indagati. Per quanto riguarda il visual census della fauna ittica le specie più abbondanti osservate erano: Chromis chromis, Spicara sp., Spondyliosoma cantharus, Mullus surmuletus, Boops boop, Atherina sp. e Sarpa salpa . Le analisi di laboratorio risultano essere in corso.

    Per le isole maltesi, le metriche di P. oceanica sono state misurate a Ramla l-Ħamra e all'interno del Canale di Comino (area tra la piccola isola di Comino e il Punto dell’Aħrax a Malta) in tre siti di monitoraggio. Tali aree sono state selezionate perché ubicate in zone a bassa intensità antropica.

    Il monitoraggio delle scogliere biogeniche var. a Dendropoma petraeum (Habitat 1170)

    Le scogliere biogeniche var. a Dendropoma petraeum (Habitat 1170), sono strutture biocostruite ad opera del mollusco gasteropode Dendropoma petraeum, che grazie alla sua capacità di secernere sostanza minerale riesce a conferire alta rigidità alla costruzione. Le strutture ospitano elevati tassi di biodiversità associata (sia ittica che bentonica) tanto da essere riconosciute e ribattezzate come i reef del Mediterraneo. Il ruolo di tale habitat è cruciale nel fornire diversi servizi e beni ecosistemici legati al funzionamento stesso del gasteropode come il potere di cleaning, depurazione della colonna d’acqua, e di il potere di protezione delle coste dall’erosione.

    Questo peculiare quanto prezioso habitat è stato monitorato presso due aree presso – Area Marina Protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine (EUAP0555) e presso Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennamare e area marina dello stretto di Messina (ITA030042) per le aree Italiane e presso Area Marina tra -Ponta ta’ San Dimitri (Gozo) e Qaliet MT0000105 (ex Area Marina Grigal ) e Area Marina tra Rdum Majjiesa e Għar Lapsi (ex Area Marina tra Rdum Majjiesa e Ras ir-Raheb) MT0000101 per Malta.

    Durante le attività di monitoraggio è stata misurata la lunghezza e l’estensione della piattaforma, sono stati raccolti i punti gps in corrispondenza dei siti di campionamento lungo transetti al fine di mettere in luce i pattern di biodiversità associati alla frammentazione di habitat. La comunità bentonica è stata prelevata grattaggio (scraping) su quadrati di dimensione nota (20 x 20 cm) e sia le componenti animali e vegetali sono state prelevate.

    Il monitoraggio diretto manuale è stato associato ad un campionamento indiretto fotografico dei quadrati che ci ha permesso di stimare la copertura percentuale delle specie strutturanti principali, ossia le specie algali e la specie Dendropoma petreaum e che nella prossima primavera sarà completato con un rilevamento visivo tramite drone! I dati delle identificazioni delle comunità sono in fase di analisi presso il Laboratorio di Ecologia (UNIPA PP1).

    A Malta, per colmare i gap conoscitivi relativi alla mappatura delle scogliere a Dendropoma petraeum, i monitoraggi sono stati condotti anche in aree al di fuori dei confini delle MT 105 e MT 101 .

    Monitoraggio delle specie non indigene e dell’integrità dei fondali tramite Local Ecological Knowledge

    La conservazione dell'ambiente marino è un obiettivo importante per tutti ma anche molto ambizioso. E’ importante che le comunità locali siano coinvolte nel raggiungimento di questo obiettivo attraverso dei percorsi di partecipazione attiva all'acquisizione di conoscenze ambientali. Il progetto HARMONY coinvolge attivamente i cittadini nella raccolta di dati per studiare e monitorare habitat e specie marine attraverso la Local Ecological Knowledge (LEK), metodologia di ricerca specifica che sfrutta le conoscenze e le esperienze di coloro che vivono a stretto contatto con l'ambiente per raccogliere informazioni e notizie su fenomeni ecologici. I cittadini vengono intervistati sull'integrità del fondo marino e sulla presenza di specie non indigene nelle loro aree di interesse, utilizzando strumenti di supporto, come poster e brochure. Le interviste sono state condotte con pescatori (professionisti e sportivi) e subacquei presso i siti Natura 2000 scelti dal progetto utilizzando dei questionari opportunamente strutturati.